CENNI STORICI - Associazione Prosa e Lirica Carlo Alberto Cappelli

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CENNI STORICI

Rocca San Casciano

E' una cittadina posta sugli Appennini, tra Toscana e Romagna, in una verde vallata formata dal fiume Montone, a 210 m. di altitudine.

Si trova a circa 30 km dal capoluogo Forli', lungo la strada statale 67 che collega Ravenna a Firenze e Pisa e percorre una valle tra le più belle offrendo un suggestivo paesaggio di colori e profumi.

Poche sono le notizie certe sull'origine dei primi insediamenti, sicuramente assai antichi.

Nel 1197 un documento registra per la prima volta la Rocca di San Cassiano. E' giudizio concorde degli storici che nel V e VI secolo a.C. si insediarono popolazioni galliche, provenienti dalla pianura padana, come conferma il rinvenimento di un sepolcreto, avvenuto nel 1927 in localita' Meleto; il corredo funebre comprendente il ricco armamento di uno o piu' guerrieri e' custodito con altri reperti nel Museo Archeologico di Forli'.

Anche i Romani, piu' tardi, risalirono il corso del fiume Montone, detto Casatico, toponimo che si trova in un documento datato 882 nel quale si fa riferimento al popolo della Pieve di San Casciano in Casatico.

Nei primi secoli del Medioevo Rocca, al pari delle altre terre dell'Esarcato, segui' le vicende legate al dominio dapprima dei Longobardi e successivamente dei Franchi.
Si instauro' poi nella Romagna il potere temporale dei papi, ma in pratica si affermo' nel secolo IX la signoria degli arcivescovi di Ravenna i quali, tramite concessioni enfiteutiche dei loro vasti beni fondiari ad elementi di estrazione bizantino-ravennate, crearono legami di dipendenza tali da consentire il controllo effettivo del territorio.

A seguito di unioni matrimoniali tra casati dei due versanti, si ebbe anche un ingresso della nobilta' toscana, nell'area romagnola quale premessa alla penetrazione fiorentina in terra di Romagna. Fu poi a lungo sotto la dominazione del vescovo di Forlimpopoli che la concesse "in affitto" ai feudatari locali, Guidi e Calboli.

Nel 1382 i Rocchigiani decisero di passare sotto la Repubblica fiorentina. Da allora, tranne un breve intermezzo (1424-1440 occupazione dei Visconti e degli Ordelaffi), Rocca segui' in tutte le sue vicende il destino di Firenze. La sua posizione di "cerniera" tra il Valdarno e la Romagna fece si' che ospitasse importanti uffici amministrativi e giudiziari sino al Novecento.

Nel 1661 un violento terremoto apporto' gravi danni agli edifici del paese. I Granduchi di Toscana, succeduti alla Repubblica nel 1530, proseguirono l’attivita' di sviluppo di questa comunita' e di diffusione della cultura fiorentina in Romagna.

L'apertura del Passo del Muraglione nel 1836 e la realizzazione del collegamento con Firenze determino' un ulteriore sviluppo delle attivita' economiche del paese ed il conseguente insediamento di importanti uffici e aumento di popolazione .Il rapporto con Firenze si chiude nel 1923 quando Rocca San Casciano e il suo circondario vengono aggregati alla Provincia di Forli'.
I Rocchigiani hanno cercato di salvaguardare le antiche tradizioni storiche e cosi' ogni anno, alla fine di marzo, si celebra la famosa Festa del Falo', antica e un po' magica, bella a vedersi e particolarmente sentita: fuochi sul fiume come allegoria della primavera, propiziatrice di buoni raccolti e di buona sorte, sfida e palio tra i tre borghi, antico rito corale che coinvolge tutti in intensi preparativi di mesi e mesi; vincera' il falo' più bello e che durera' piu' a lungo sulle rive contrapposte del fiume Montone, in una fantasmagorica sfida di fuoco e di luci. In piazza Garibaldi carri allegorici, spettacoli pirotecnici stand gastronomici, musica ed allegria.

Molto amata e' pure la Banda cittadina, istituita nel XVIII sec. E' tra le piu' antiche e prestigiose della Regione; nel giugno del 1998 si e' esibita nel celebre Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze in occasione del 150° anniversario della bandiera, donata alla banda nel 1848 dal granduca Leopoldo in occasione delle cerimonie per la Costituzione.

In onore del rocchigiano Carlo Alberto Cappelli, editore ed impresario teatrale, "operatore" della cultura italiana del '900 e della produzione editoriale del locale Stabilimento tipografico, e' stato istituito il prestigioso Premio Internazionale Carlo Alberto Cappelli.


Da vedere


La Piazza Garibaldi, a pianta triangolare, e' il cuore del paese; tracciata in epoca medievale e' stata recentemente ripavimentata in cotto toscano. Sulla Piazza si erge il Palazzo Pretorio centro, nei secoli, delle principali decisioni della Comunita' mentre sulla Torre sovrastante, un orologio in maiolica della fine del '500 ed una bella campana scandivano ore e annunci. La facciata e' arricchita da una bella statua della Madonna.

Sempre in Piazza sorge la Chiesa del Suffragio, costruita dopo il terribile terremoto del 1661. Dopo un periodo di abbandono e' stata completamente restaurata ed e' attualmente sede espositiva di notevoli opere d'arte.La facciata e' decorata con un'opera in cotto eseguita e donata dal concittadino Giuseppe Frattagli, mentre l'ampia finestra della facciata e' arricchita da una bella vetrata colorata, raffigurante San Cassiano, donata dal concittadino Franco Assirelli.

All'interno troviamo importanti capolavori, tra questi, un tondo in terracotta invetriata di scuola  Robbiana del XVI sec., proveniente dall'Abazia di San Donnino; una bella Trinita' di Giovanni Stradano del XVI sec., un Crocifisso ligneo del XV sec. proveniente dalla Chiesa di Calbola ed un bassorilievo romanico in marmo che si dice rappresenti l'abbraccio dei santi Donnino ed Ellero.

Nelle pareti laterali al centro della Chiesa una Via Crucis (xilografie acquerellate) risalenti alla fine del seicento, opera del pittore A. Zatta e dell'incisore D. Valdesi. L'affresco sul soffitto del presbiterio raffigura la Santa Trinita'. La terracotta robbiana e il bassorilievo provengono dall'Abbazia di S. Donnino, eretta su un colle a 488 metri s.l.m. a sud-est di Rocca San Casciano; fu una delle piu' antiche e potenti abbazie della Romagna-Toscana.

Nella Chiesa di S. Maria delle Lacrime e' venerata la Madonna delle Lacrime, bella terracotta dipinta del 1500, recentemente restaurata: l'immagine e' ritenuta miracolosa.

Da vedere anche un Crocifisso ligneo del XIV sec. di matrice fiorentina che rimase intatto dopo in terribile terremoto, ed un bel fonte battesimale in marmo datato 1450. In via Mazzini e' da visitare la chiesa del convento francescano. Si possono ammirare gli affreschi sulla volta e il coro ligneo. In via IV novembre sorge la chiesina dei Caduti.

Nelle Carceri Medicee in via del Buginello si puo' ammirare una bella mostra di pietre dure. Risale al 1600 circa il Ponte Vecchio, a due archi, originariamente a "schiena d'asino".

In via Saffi s'affaccia il Teatro Comunale: fu ricostruito intorno al 1930 dove era il teatro ottocentesco progettato dall'ing. Francesco Traversari che ospitava anche l'Accademia dei Riconoscenti.Il paese e' sovrastato dai resti della Rocca, antica fortificazione anch'essa danneggiata dai frequenti terremoti.

L'ombroso Parco pubblico Carlo Alberto Cappelli e' luogo di ritrovo e di passeggio: apparteneva all'antico e adiacente Convento dei Frati Francescani.   

                                                                                                                                           
a cura di Dodo Frattagli

 
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